Quando parliamo di motori di ricerca ci riferiamo quasi sempre a Google, ma esistono altri motori di ricerca e l’attività SEO (Search Engine Optimization) di ottimizzazione, ha valore anche per questi altri motori di ricerca.
Nel seguente post cercheremo di spiegare il funzionamento base di un motore di ricerca come Google e di identificare gli elementi principali presentati dal motore di ricerca all’interno della pagina dei risultati SERP (Search Engine Results Page).
Sapere come funziona un motore di ricerca aiuta a capire meglio come far si che un sito web o una pagina web sia ben visibile per i motori di ricerca e di conseguenza per le persone che effettuano una ricerca.
Un primo aspetto da prendere in considerazione è che la SERP (cioè la pagina contenente i risultati che il motore di ricerca restituisce all’utente a seguito di una ricerca) è unica per ogni utente. I motori di ricerca offrono un’esperienza personalizzata, quindi i risultati ottenuti possono essere molto differenti anche per la stessa parola chiave.
Funzionamento dei motori di ricerca
Il funzionamento di un motore di ricerca può essere scomposto in 3 fasi principali:
- Crawling o Scansione
- Indexing o Indicizzazione
- Ranking o Posizionamento
Nei motori di ricerca più innovativi, come Google, a queste 3 fasi principali si è poi aggiunta una quarta fase di Rendering.
1 – Crawling – Scansione
La fase di Crawling o scansione, rappresenta il primo step di come funziona un motore di ricerca. In questa fase Google utilizza i GoogleBot cioè una serie di robot o spider che seguono i link che incontrano all’interno delle pagine web che scansionano.
Se all’interno di una pagina o di un sito web i link non sono accessibili, Google e gli altri motori di ricerca non riusciranno a vederle e quindi faticheranno nel trovare le pagine collegate.
Le problematiche di accessibilità sono molto comuni quando si utilizzano tecnologie come Java Script, Ajax o Flash. Se si impiegano queste tecnologie all’interno degli elementi di navigazione, Google potrebbe incontrare difficoltà nell’interpretarli.
In altre situazioni, se il sito web è di grandi dimensioni o l’architettura delle informazioni è complessa come nel caso di alcune directory, il motore di ricerca impiegherà più tempo per visitare tutte le pagine. Dipende da quanti livelli separano la pagina specifica dalla pagina principale del sito cioè la home.
In generale il consiglio è quello di posizionare i contenuti più rilevanti a meno di 3 click di distanza dalla home. Cioè l’utente deve riuscire a raggiungere la pagina con un contenuto in meno di 3 passaggi a partire dalla home del sito.
2 – Indexing – Indicizzazione
Una volta che il sito web è stato scansionato dai robot dei motori di ricerca, il passaggio successivo di come funziona un motore di ricerca, consiste nell’indicizzazione. In questa fase i motori di ricerca classificano le pagine in funzione della rilevanza dei contenuti proposti così che il recupero delle informazioni possa avvenire nel modo più veloce possibile.
Un esempio di come funziona un motore di ricerca in fase di indicizzazione
Immaginando che su internet esistano solo 100 pagine web, con 100 URL differenti. Di queste 100 pagine, solo 7 contengono la parola “corso” e solo 6 pagine che contengono la parola “SEO”. I motori di ricerca andranno ad analizzare, classificare e catalogare queste informazioni.
Così, quando un utente che vuole approfondire le proprie conoscenze in ambito SEO effettuerà una ricerca tipo “corso SEO”, Google saprà immediatamente risalire a quali sono i documenti/pagine che contengono tutte e due le parole.
Le pagine contenenti entrambe le parole sono quelle che verranno mostrate nella SERP. In quale ordine verranno mostrate dipende dalla terza fase, cioè dal Ranking.
3 – Ranking – Posizionamento
Quella di ranking è la fase più complessa per l’algoritmo dei motori di ricerca.
L’obiettivo è quello di mostrare all’utente il miglior risultato per la ricerca che ha effettuato.
Per farlo, Google prende in considerazione moltissimi fattori. L’elenco completo di questi elementi non è pubblico e pare ci siano oltre 200 fattori che, con le variabili associate, raggiungono oltre 20.000 elementi.
Ci sono però alcuni fattori che sono stati rivelati e su questi si basa l’attività di ottimizzazione SEO.
Ad esempio la presenza della parola chiave all’interno del tag Title e del titolo principale, nell’URL della pagina, nel tag ALT dell’immagine, nell’H1.
Il fatto che il costrutto “corso SEO” compaia in questo formato piuttosto che le parole “corso” e “SEO” siano presenti all’interno della pagina ma in posizione distanziata l’una dall’altra.
Senza andare troppo nello specifico, segnaliamo solo che entrano poi in gioco altri fattori semantici, quali ad esempio la presenza di sinonimi delle parole “corso” o “SEO”.
Anche la qualità e la quantità dei backlink che la pagina riceve rivestono un ruolo importante agli occhi dei motori di ricerca.
Ci sono poi molti altri fattori che non possiamo ottimizzare come la cronologia delle ricerche effettuate dall’utente nel corso tempo o il luogo cioè la localizzaizone geografica in cui si trova l’utente quando effettua la ricerca. Anche il dispositivo (desktop, tablet, mobile) utilizzato durante la ricerca influisce sui risultati restituiti nella SERP.
Per ogni ricerca effettuata dall’utente, Google prende in considerazione tutti questi fattori contemporaneamente e restituisce i risultati in meno di mezzo secondo.
4 – Rendering
Nei motori di ricerca più innovativi, come Google, alle 3 fasi principali si è poi aggiunta una quarta fase di Rendering.
La fase di scoperta e analisi delle pagine web non si concretizza solo con il processo di indicizzazione che già conosciamo, ma c’è un altro momento decisivo in cui i crawler entrano in contatto con ciò che pubblichiamo: è il rendering, l’operazione di interpretazione e resa grafica della pagina.
Letteralmente, rendering deriva dal verbo inglese to render ed è traducibile con rappresentazione o resa grafica: il rendering è proprio la codificazione grafica delle informazioni presenti sulla pagina in linguaggio HTML, che vengono tradotte (rese) in modo da dare una forma comprensibile agli elementi grafici che compongono tutti i siti web, ciascuno con le sue caratteristiche.
A consentire questo processo sono gli appositi motori di rendering, i rendering engine, che raccolgono e digeriscono i pacchetti dati in arrivo dal server e trasformano le righe di codice del linguaggio HTML in elementi grafici e funzionali, come ad esempio blocchi di testo con link ipertestuali, immagini, video e altri elementi come file PDF.
Provando a semplificare, il motore di rendering web preleva il codice sorgente delle pagine web richieste dall’utente e ne scansiona tutti gli elementi HTML e CSS presenti; queste informazioni sono quindi decodificate per iniziare a costruire la pagina web da visualizzare.
In questo processo sono identificate le varie parti di cui si compone la pagina, come il blocco di testo e la sua formattazione, lo sfondo, il colore, il contenuto, i vari elementi multimediali e così via. Usando le informazioni riportate nel codice sorgente della risorsa e nel file CSS, il motore rielabora e mette in ordine gli elementi e successivamente, insieme alla GPU, trasforma il codice sorgente negli elementi effettivamente visualizzati nella scheda del browser, permettendo finalmente all’utente di accedere e consultare in modo corretto la risorsa desiderata.
Durante la fase di resa grafica il motore di ricerca può dare risposta a tante domande rilevanti per comprendere correttamente una pagina e come dovrebbe essere classificata.
FONTI
Rendering delle pagine: come avviene e perché serve ai motori di ricerca
How search engines work: Crawling, Indexing and Ranking
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